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Primarie del centrosinistra a Roma aperte agli immigrati

Per la scelta del candidato sindaco possono andare alle urne anche cittadini comunitari ed extraue. Sibi Mani Kumaramangalam (Pd): “Difficile trovare il seggio”

Roma – 5 aprile 2013 – Questa domenica a Roma tornano alle urne i sostenitori del centrosinistra, italiani e non.

Nei seggi allestiti in tutta la capitale, si terranno le primarie per la scelta del candidato sindaco della coalizione alle elezioni comunali di fine maggio, gara alla quale partecipano Maria Gemma Azuni, Mattia Di Tommaso, Paolo Gentiloni, Ignazio Marino, Patrizia Prestipino e David Sassoli. Si vota inoltre  per i candidati presidenti dei quindici municipi in cui è divisa amministrativamente Roma.

Possono partecipare anche i cittadini dell’Unione europea residenti in Italia e i cittadini extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno e di carta di identità. Voteranno nel seggio più vicino al luogo di residenza purchè,  come gli italiani, versino un contributo di due euro, si registrino come elettori del centrosinistra e sottoscrivano la carta d’intenti della coalizione.

Quella carta è stata sottoscritta anche dai sei candidati sindaci e prevede degli impegni concreti anche per i 350 mila stranieri che vivono a Roma. Promette, tra le altre cose, “politiche per l’accoglienza e l’inclusione degli immigrati”, dice che “chi nasce a Roma è romano” e anche che bisogna costruire “nuove forme di cittadinanza, a partire dall’introduzione del diritto di voto amministrativo per i migranti”.

Gli immigrati risponderanno all’appello? Innanzitutto, dovranno scoprire dove andare a votare.

Sibi Mani Kumaramangalam, membro dell'Assemblea Nazionale del Pd, denuncia la presenza di “ostacoli che impediscono di fatto la partecipazione delle comunità. Gli immigrati si vedono ad oggi costretti, non avendo il numero della sezione elettorale, a cercare su una cartina geografica, peraltro non messa loro a disposizione, il seggio più vicino alla loro abitazione”.

“Non possiamo – incalza il dirigente del Pd – prima dare la possibilità di voto e poi di fatto negarla, non si tratta quindi di una ghettizzazione ma di garantire trasparenza e pieno diritto al nostro voto. Chiediamo quindi di individuare per ogni municipio due gazebi nel quale poter far votare i nostri concittadini stranieri”.
 

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